Comune di Udine, Palazzo Valvason-Morpurgo: Statue e Loggiato

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Categoria: Materiale lapideo

Committente: Comune

Titolo: Comune di Udine, Palazzo Valvason-Morpurgo: Statue e Loggiato

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NOTE STORICHE
La loggia terrazzata di Palazzo Valvason-Morpurgo è parte integrante del complesso architettonico del Palazzo che prese le attuali forme a partire dal 1705, anno in cui la famiglia di mercanti Sarmede, dopo l’acquisto del complesso, ne avviò il rinnovo facendo edificare anche il loggiato-belvedere sormontato da otto statue.  Il loggiato, di gusto neoclassico, viene attribuito, per le sue caratteristiche architettoniche, a Luca Andrioli senior (1),  attivo in Friuli alla prima metà del settecento, stretto collaboratore di Giorgio Massari (2) e di Domenico Rossi (3). La loggia è costituita da quattro volte a botte, i cui archi a tutto sesto insistono sulla trabeazione di colonne binate ed è completata da una cornice aggettante architravata e sormontata da una balaustra, su quest’ultima sono poste otto statue a rappresentare le quattro stagioni e le attività ad esse connesse, opera del tagliapietra Mattiussi nel 1782 (4).   Nel 1871 il Palazzo, già di proprietà della famiglia Valvason, venne ceduto da questa al banchiere Morpurgo (5) che avvio una nuova fase di lavori, compresa la trasformazione del cortile interno in giardino romantico. Tra il 1704 ed il 1838 il loggiato riporta un unico colonnato, quello rivolto verso il Palazzo, al posto del secondo persiste un muro che verrà smantellato nel 1906, in concomitanza con la demolizione del Teatro Nazionale che vi era addossato e nel 1907, unitamente alla realizzazione del giardino, viene edificato il secondo colonnato parallelo al primo. Si ritiene che i lavori sino stati eseguiti dall’Impresa Tonini e che la stessa abbia collocato nel nuovo giardino la fontana in pietra artificiale ideata nel 1903, in occasione dell'Esposizione Regionale di Udine, ulteriormente arricchita con la statua della Ninfa, opera dello scultore udinese Leonardo Liso (6). La Ninfa, neoclassica nelle forme, è stata realizzata in marmo di Carrara e durante il restauro sono state rintracciate sul piccolo basamento la firma e la data ( L. LISO  UDINE 1905 ). I Morpurgo in tale occasione collocano anche il loro stemma, dalla tipica forma di scudo, sulla parete del loggiato che guarda verso il nuovo giardino. Si tratta dello stemma della famiglia, che non costituisce un blasone gentilizio, ma solo un simbolo di distinzione (7): suddiviso in quattro riquadri che mostrano una torre circolare merlata e una colomba che porta l'ulivo, al centro spicca un'ulteriore piccolo stemma raffigurante, sulle onde di un mare agitato, un cetaceo dalle cui fauci esce un fanciullo. Allude probabilmente alla vicenda di Giona e vuole ricordare la fortunata liberazione occorsa alla famiglia.  (domenico ruma)

 

(1) A lui si devono la riforma della navata della Chiesa di S. Giacomo in Udine (1710), la casa delle Dimesse a Udine (1728-1731), in collaborazione con Domenico Rossi l’ampliamento del Palazzo patriarcale di Udine, la riforma del Duomo di Pordenone e l’erezione del Duomo di San Daniele del Friuli. (2) Giorgio Massari architetto veneziano (1687-1766), in Friuli lascia opere come la Basilica delle Grazie (1730) e la facciata della Chiesa di S. Antonio abate (1731-1732)  (3) Domenico Rossi (1657-1737), architetto ticinese, nato a Morcorte, oltre alle già citate opere ci lascia la Cappella Manin a Udine, e la sistemazione di Villa Manin a Passariano.  (4) Francesco Sarmede paga nel 1784, tra i creditori del padre Daniele un tagliapietra ”contadi al Mattiussi tagliapietra per aver posto in opera le statue della terrazza, come da polizza 22 decembre 1782, L 42.” La famiglia Mattiussi all’epoca era tra le più note in Friuli per l’attività di lapicidi e spesso lavoravano collaborando con gli Andrioli.  (5) Originario di Gradisca d’Isonzo, Abramo Morpurgo si trasferì con la famiglia a Udine negli anni cinquanta dell’ottocento. Qui ebbe l’opportunità di consolidare i suoi affari svolgendo attività finanziaria.  (6) Leonardo Liso (1855-1922) gemonese di nascita frequentò l’accademia a Venezia. Sue altre opere rimangono visibili nel cimitero monumentale di Udine, nel Museo civico, in alcuni luoghi pubblici ed in alcune collezioni private.  (7) Due sono i tipi di insegne ebraiche: le “armi simboliche” derivanti dai simboli della famiglia, e le “armi parlanti” derivanti dai sigilli o dalle insegne commerciali o dal nome stesso della famiglia. Alla prima appartiene lo stemma dei Morpurgo.

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